venerdì 2 ottobre 2009

Re Carlo tornava dalla guerra...


Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor;

al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor

il sangue del principe del Moro
arrossano il cimiero
d'identico color

ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor

vi ricorda nessuno?
Ma andiamo avanti:

"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore

chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"

così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior

lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor

Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor

nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol

Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella
disse Re Carlo scendendo veloce di sella

"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"

Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò

ma più dell'onor poté il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò

codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà

alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà

lasciamo da parte la maestà, che in queste lande piuttosto bisogna parlare di satrapi (e in effetti non vedo nessuno della statura Carlo Martello). Il canovaccio, comunque, resta valido: un signore potente, una signora piacente.

"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,

ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"

Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì

anche qui… a Carlo non serviva il viagra e men che mai le punture sul pisello… Vabbè, possiamo sempre pensare che la sua prestanza fosse dovuta alle arti oscure di qualche negromante.

e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir

veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor

"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"

"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,

Anche adesso Carlo fa un figura leggermente migliore rispetto a Silvio: lui, almeno, non lo sapeva davvero che la signora era ben che avvezza a un certo tipo di concessioni.
Il seguito dell’avventura, però, annulla ogni distanza. Di secoli e di stile.

anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"

Il re tira sul prezzo...

Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò

frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò

Alla fine – incredibile! – si dà alla fuga senza pagare, come un cialtrone qualsiasi. Come Silvio, che promette alla D’Addario di interessarsi della sua concessione edilizia e di candidarla alle europee, e alla fine la lascia con niente in mano.

Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor

al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor.

L’armatura di Carlo alla fine risplenderà comunque: è stato un puttaniere vigliacco, ma un grande re. Secondo certa dottrina gesuitica va assolto, ha fatto bene il suo mestiere. Ma Silvio? Che ne sarà del povero Silvio al cospetto della Storia, quando di lui resterà soltanto il ciarpame? Unica consolazione: non ha la statura perché la sua memoria possa durare mille anni. Presto la sua triste era uscirà anche dai libri di scuola, e finalmente – se non noi – i posteri almeno potranno dimenticarlo.
Comunque, la canzone è bellissima: è di De André, non so se semplicemente ispirata dalla poetica dello chansonnier francese George Brassens, o addirittura scritta da lui e poi tradotta in italiano da Fabrizio. La mia cultura musicale, ahimè, lascia molto a desiderare. Chi la volesse ascoltare può cliccare qui sotto:

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